Interno di una miniera sul Torrente Manna.

Il fenomeno minerario

La vocazione mineraria del territorio di Longobucco è nota grazie ad una serie di fonti documentarie attestanti lo sfruttamento, in vari momenti dell’ultimo millennio, della galena argentifera (un solfuro di piombo noto localmente col termine di galanza). Di tali attività estrattive non restano oggi che le testimonianze più recenti, rappresentate da due gallerie artificiali ubicate sul cosiddetto “Sentiero delle miniere” lungo i fianchi del Torrente Manna. Opere minerarie che, ad un’attenta analisi, palesano la loro non eccessiva antichità, essendo visibili sulle pareti interne gli alloggiamenti per cariche esplosive.

Nuove ricerche

Le indagini condotte nel territorio di Longobucco prendono spunto dall’esistenza di due utensili litici preistorici appartenenti ad una collezione ottocentesca di manufatti in pietra di provenienza calabrese conservata presso il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma. Tali manufatti – due asce-martello provviste di scanalatura sul corpo litico – possono essere connessi, per tipologia, ad antiche attività di scavo in contesto minerario. L’obiettivo delle nuove ricerche è la verifica dell’esistenza di contesti preistorici con valenza archeomineraria nella vallata del Trionto e dei suoi affluenti.

Collaborazioni

  • Comune di Longobucco

 

Galleria fotografica

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