L'ingresso monumentale della Salina di Lungro nel rifacimento architettonico del 1939.

Il fenomeno minerario

L’importanza mineraria del territorio di Lungro deriva dalla presenza nel sottosuolo di un grosso deposito di salgemma sfruttato con certezza a partire dal tardo Medioevo fino agli anni Settanta del Novecento, allorché il giacimento venne chiuso con la cessazione definitiva delle attività estrattive. Meno certo è lo sfruttamento in età precedente al Medioevo, anche se spesso richiamato dalle fonti che trattano della cosiddetta “Salina”. Certo è che il giacimento di salgemma di Lungro si situa in un territorio caratterizzato dalla forte vocazione mineraria, esteso lungo la dorsale montana che dalla Montea (1785 metri s.l.m.) si estende sino al Monte Caramolo (1827 metri s.l.m.).

Nuove ricerche

Il 13 ottobre 2015, in seguito alla sottoscrizione di una convenzione tra Comune di Lungro e CRS “Enzo dei Medici”, sono iniziate ricerche finalizzate ad una più puntuale conoscenza del complesso estrattivo della Salina in un’ottica diacronica e, al tempo stesso, ad una verifica delle condizioni strutturali della miniera più recente, rimasta chiusa per diversi decenni e soggetta a crolli e allagamenti. L’indagine è tesa, in particolare, alla verifica di fasi estrattive precedenti l’XI-XII secolo.

Collaborazioni

Le ricerche sono condotte in collaborazione con:

  • Comune di Lungro

Galleria fotografica

ORIZZONTALE1ORIZZONTALE2ORIZZONTALE3